giovedì 10 dicembre 2009

CLIMA: IL MEDITERRANEO E' IN GRAVE PERICOLO. APPELLO DI 21 GOVERNI



Il Mediterraneo è in grave pericolo e teme di essere dimenticato dalla conferenza sul clima di Copenaghen: per questo i 21 Paesi delle due sponde hanno deciso di unire le forze per presentarsi a dicembre e chiedere, con un'unica voce, che l'ecosistema più vulnerabile al mondo sia in cima all'agenda del negoziato da cui dipendono le sorti del pianeta.E' stata l'agenzia Onu per l'ambiente (Unep/Map) a convocare gli stati generali delle due sponde, dal 3 al 5 novembre a Marrakech, per discutere insieme degli ultimi allarmanti segnali sulla situazione del bacino destinato a diventare un'area sempre meno ospitale. Secondo quanto hanno dimostrato gli ultimi studi dell'Onu, nel Mediterraneo i cambiamenti climatici vanno pi� in fretta che nel resto del pianeta.La temperatura del Mare Nostrum, spiega l'ultimo rapporto presentato a Marrakech, è aumentata al doppio della velocità rispetto a quella degli oceani. E la previsione è che nei prossimi 90 anni salirà tra i 2,2 e i 5,1 gradi.Per le Nazioni Unite, gli effetti saranno devastanti: scarsità di acqua, estati assolate e fenomeni atmosferici estremi come tempeste, inondazioni e ondate di afa. Oltre che aumento della desertificazione e distruzione della biodiversità, visto che le specie non mobili soccomberanno per il surriscaldamento delle acque profonde.Secondo gli esperti, con le precipitazioni che scenderanno fino al 27% le estati saranno particolarmente pesanti in Italia, versante adriatico, e in Spagna, Grecia e Nord Africa. Mentre nel nord Europa le piogge aumenteranno del 16%.Tra le aree "più vulnerabili", l'Onu annovera il nord Africa adiacente al deserto, i delta maggiori (Nilo, Po e Reno) e le zone costiere particolarmente popolose, come quelle a sud est. I 21 Paesi temono la catastrofe, a breve termine, soprattutto per il crollo del turismo. Il rapporto avverte che entro il 2050, con la temperatura aumentata di un grado soltanto, il turismo nel Mediterraneo diminuirà del 10%.Dunque non basta lanciare insieme l'allarme a Copenaghen, nel frattempo occorre adottare un'agenda per evitare il peggio.Quello che faranno i governi delle due sponde per adesso è concentrarsi sulle misure per mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici, ormai inarrestabili qualunque sarà l'impegno di riduzione dei gas serra che Copenaghen riuscirà a strappare alle grandi potenze industriali.Gli Stati del Mediterraneo si sono impegnati da oggi a creare una rete di aree marine protette entro il 2012, tra cui l'area di Capo Caccia-Isola Piana e di Punta Campanella per l'Italia, e le Bocche di Bonifacio in Corsica.E ridaranno slancio a iniziative già avviate, come il progetto per ripulire il Mediterraneo entro il 2020 (Horizon) e quello di creare una rete di pannelli solari nel deserto del Maghreb.

1 commento:

  1. I can't understand Italian but I have lots of friends working in Italy specially in Torino. I hope I am right when I say YOU ARE WRITING ABOUT THE CLIMATE AT THE MEDITERRANEAN.

    A blessed day to you...

    Luisa
    for Mike and Luisa
    www.mikenluisa1.blogspot.com

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