sabato 20 novembre 2010

PER L'UNIONE PER IL MEDITERRANEO


Raccomandazione

§ considerando che il bacino del Mediterraneo è un'area di importanza cruciale per lo sviluppo ed il benessere dei nostri Popoli e che in un mondo multipolare e interdipendente, i grandi insiemi regionali integrati saranno meglio in grado di rispondere alle sfide sociali, culturali, economiche, ambientali, demografiche, politiche e di sicurezza,

§ considerando che sarebbe opportuno adottare una visione strategica che tenga conto di tutte queste sfide nei nostri rapporti tra sud, nord est ovest del bacino Mediterraneo ponendo come priorità lo sviluppo sociale, economico e democratico della regione,

§ considerando che l'Unione per il Mediterraneo (UpM) aiuta a rafforzare ulteriormente la dimensione regionale e multilaterale delle relazioni euro-mediterranee rilanciando la prospettiva di costruire uno spazio di pace, sicurezza e prosperità per 800 milioni di abitanti, e rappresenta il quadro ideale per raccogliere le sfide socioeconomiche, promuovere l'integrazione regionale e garantire il co-sviluppo degli Stati partner,

§ considerando che i limitati scambi culturali non sono in grado, da soli, di avvicinare i popoli del Mediterraneo,

§ considerando che le regioni mediterranee sono direttamente interessate dalle problematiche transnazionali quali lo sviluppo sostenibile, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, i flussi migratori, gli scambi culturali e il turismo e che sono altresì confrontate a problematiche transfrontaliere quali la gestione dell'acqua e l'accesso a quest'ultima, l'inquinamento, lo sviluppo delle reti di trasporto e che pertanto le autorità locali e regionali costituiscono fattori chiave ai fini dell'ideazione di politiche territoriali sostenibili adatte alle particolarità locali e della realizzazione di progetti concreti e inclusivi,

1. chiede ai capi di Stato e di governo dell'UpM che adottino linee generali per lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà nel Mediterraneo partendo da questi 4 obbiettivi principali:

§ Obiettivo 1: Contribuire allo sviluppo economico valorizzando i beni del Mediterraneo-mar Nero Basata sulla convinzione che la protezione dell’ambiente e la crescita economica non siano necessariamente incompatibili, la Strategia è progettata per accrescere lo sviluppo economico e al contempo ridurre le pressioni sulle risorse naturali. Ciò dovrebbe condurre ad un equilibrio tra la soddisfazione dei bisogni delle persone, le esigenze di sviluppo economico e di tutela ambientale, rispondendo quindi alla domanda di occupazione e dei bisogni sociali, riducendo il crescente divario e l’asimmetria tra i paesi sviluppati e in via di sviluppo e promovendo la crescita.
Per soddisfare gli obiettivi relativi all’occupazione e alla produzione di reddito, sarà necessario supportate le iniziative regionali e nazionali che intendano consolidare l’investimento internazionale e privato, nonchè le sovvenzioni pubbliche per lo sviluppo nei paesi mediterranei, in particolar modo nei paesi del sud-est. Da sottolineare l’importanza delle opportunità che deriveranno dalla futura area di libero mercato euro-mediterraneo (EMFTA) e dalle relazioni con altri paesi del Medio Oriente, incoraggiando, al contempo, anche le partnership per investimenti bilaterali fra i paesi del sud e del nord. Si dovranno inoltre, tenere in considerazione i risultati della Valutazione dell’Impatto di Sostenibilità dell’EMFTA, voluta e avviata dalla Commissione Europea.
Per raggiungere questi obiettivi, la Strategia propone di rendere disponibili flussi cumulativi di valore aggiunto da trarre dalle risorse culturali e naturali proprie della regione, esplorando nuovi percorsi per la promozione di innovazioni tecnologiche e di diverse competenze professionali e culturali. Nuove attività dovrebbero perciò essere promosse nei servizi, nella produzione pulita e nelle nuove tecnologie per la riduzione del consumo di risorse naturali, compresa la promozione di PMI-PMI come strumenti per lo sviluppo economico e la creazione di occupazione. Sono necessarie interazioni locali più forti fra settore privato, formazione e ricerca, insieme alla creazione di cluster locali dinamici e di imprese. Si deve, inoltre, cercare una distribuzione più bilanciata delle nuove attività nei paesi in via di sviluppo per fornire opportunità di lavoro locale, aiutando in tal modo a limitare la fuga di cervelli. Dovrebbe essere incoraggiato anche lo sviluppo regionale bilanciato, evitando quindi l’eccessiva concentrazione di attività nelle aree costiere.

§ Obiettivo 2: Ridurre le disparità sociali attraverso la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e attraverso il rafforzamento delle identità culturali Lo sviluppo di risorse umane e la valorizzazione delle capacità di tutti i numerosi attori coinvolti sono azioni di cruciale importanza. La protezione dell’ambiente, lo sviluppo economico e lo sviluppo sostenibile non possono essere conseguiti se una larga parte della popolazione è analfabeta e non accede ai servizi primari ed essenziali. E’ necessario rafforzare le misure per favorire la parità sessuale, promuovere il ruolo delle donne nella società, supportare il miglioramento delle aree rurali -che troppo spesso sono ignorate- e pianificare uno sviluppo urbano sostenibile.
Per contribuire a tali obiettivi, la Strategia appoggia gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) con una particolare attenzione al miglioramento degli standard di vita e alla parità tra i sessi. Le tendenze sociali sono una componente fondamentale per la formulazione e l’implementazione delle politiche di sviluppo sostenibile. I principali Obiettivi di Sviluppo del Millennio, devono essere realizzati nella regione e monitorati continuamente sulla base di appropriati indicatori. La regione mediterranea-baciono del mar Nero, non appena essa
sarà in grado di operare, trarrà un enorme beneficio dal dialogo sulle tematiche occupazionali.
La promozione della diversità culturale mediterranea, dei valori e delle tradizioni riveste un ruolo importante. In particolare, alcune componenti della Strategia sono dedicate ai molti aspetti legati alla cultura: educazione allo sviluppo sostenibile, scambi culturali, incentivi ad istituire etichette mediterranee e del Mar nero, promozione di nuove forme di turismo culturale, cooperazione per l’incremento del patrimonio culturale.

§ Obiettivo 3: Cambiare la produzione e i modelli di consumo non sostenibili e assicurare una gestione sostenibile delle risorse naturali Fin quando le pratiche non sostenibili, che gravano sulle risorse comuni, non verranno interrotte, non si potrà parlare di sviluppo sostenibile. La protezione del mare, della costa, del clima e della qualità dell’aria, delle risorse idriche, del suolo e della biodiversità, delle tradizioni, della natura, del patrimonio culturale e paesaggistico, e la riduzione all’esposizione a rischi naturali, come inondazioni, incendi, siccità, terremoti e tsunami devono essere due interventi prioritari. Inoltre, deve essere fermato il progressivo degrado del suolo, dei paesaggi e delle aree costiere, proteggendo e valorizzando la biodiversità marina, costiera e continentale in modo da conseguire gli obiettivi dell’Earth Summit.
E’ di vitale importanza rompere il circolo vizioso che rende lo sviluppo economico dipendente dallo sfruttamento sempre più intensivo delle risorse naturali e separare, dunque, crescita economica e pressioni ambientali, per contribuire al raggiungimento dello specifico Obiettivo di Sviluppo del Millennio. A tale scopo, il cambiamento deve essere promosso seguendo modelli di consumo e di produzione che facciano uso di fonti di energia rinnovabili, di tecnologie pulite,
infrastrutture idonee, di trasporti pubblici più efficienti, la creazione o il ripristino di aree verdi pubbliche. E’ necessario un miglirore accesso all’informazione, all’educazione, alla formazione e alla crescita professionale, per trasformare la cultura dell’“emergenza” in cultura della “prevenzione”. Anche la gestione dell’acqua, dell’energia, delle risorse del suolo e delle aree costiere deve essere migliorata e deve essere ridotta la crescita della produzione di rifiuti e delle emissioni inquinanti. Sia le imprese, che l’ambiente beneficeranno della rottura dei legami che rendono lo sviluppo economico dipendente dall’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, garantendo ad entrambi uno scenario vincente.

§ Obiettivo 4: Migliorare la governance a livello locale, nazionale e regionale
Lo sviluppo sostenibile è raggiungibile solo attraverso un’adeguata governance, che richiede l’esercizio del potere in un ambiente di condivisione, partecipazione, affidabilità, efficienza e coerenza. Per questo motivo, la Strategia Mediterranea e del Mar Nero desidera sostenere il Piano di Implementazione di Johannesburg che richiede politiche economiche, sociali e ambientali sane; istituzioni democratiche che rispondano ai bisogni della gente; ponendo l’attenzione anche sul ruolo della giustizia, le misure anti-corruzione, la parità sessuale e condizioni favorevoli agli investimenti come base per lo sviluppo sostenibile. Infatti, senza una governance più efficace e senza la partecipazione attiva di molteplici attori, nessuno degli altri Obiettivi della Strategia sarà conseguito. A tal scopo, dovranno essere supportati gli sforzi regionali e nazionali per una migliore governance, per uno sviluppo locale partecipativo, per un coinvolgimento della società civile e delle ONG e per creare partnership anche con il settore privato. L’applicazione dei principi della Convenzione di Aarhus promuoverà il coinvolgimento della società civile nella realizzazione dello sviluppo sostenibile. Bisogna, inoltre, porre l’accento sull’importanza della gestione ambientale e della pianificazione territoriale integrata in un sistema di responsabilità condivisa. Ciò richiede lo sviluppo di una rete e un dialogo fra gli attori; nonchè la diffusione di educazione e formazione in pratiche di gestione efficiente. Si dovrà poi promuovere la cooperazione regionale e sub-regionale fra i paesi del Mediterraneo, in particolar modo attraverso lo sviluppo di canali di partecipazione e di procedure lavorative più efficienti e razionali. L’educazione e la formazione e, in particolar modo, l’educazione sullo sviluppo sostenibile (ESD) sono riconosciute come requisito indispensabile per una governance migliorata. In vista dell’adozione da parte delle 13 Parti Contraenti della Strategia per l’Educazione sullo Sviluppo Sostenibile (SESD, Vilnius, 2005), ciò dovrebbe essere usato come piano per un’azione regionale concertata.
Infine, un’importante componente della Strategia è lo sviluppo di sinergie per intensificare il processo di implementazione delle Convenzioni globali, includendo il Quadro di Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e il Protocollo di Kioto, la Convenzione sulla Diversità Biologica, la Convenzione per Combattere la Desertificazione e la Conversione delle Nazioni Unite sulla Legge del Mare, in relazione alla Convenzione di Barcellona e ad altri strumenti regionali pertinenti.

2. insiste sull'importanza strategica di settori come l'agricoltura, lo sviluppo rurale, l'adattamento al cambiamento climatico, l'utilizzazione razionale dell'acqua e dell'energia nei paesi mediterranei e chiede di fare della cooperazione in materia agricola una priorità politica; incoraggia gli Stati dell'UpM a procedere quanto più possibile verso un'armonizzazione delle rispettive posizioni nell'ambito dei negoziati dell'OMC e a progredire verso una maggiore convergenza delle politiche agricole euro-mediterranee soprattutto in materia di rispetto di appropriate norme sociali, di sicurezza alimentare, fitosanitaria e ambientale e di qualità dei prodotti; ritiene che tali politiche dovranno integrare le esigenze di uno sviluppo sostenibile (compresa la preservazione delle risorse naturali) consentendo a termine di far emergere mercati regionali e tenendo conto della situazione particolare e concorrenziale degli agricoltori mediterranei nonché della necessità di mantenere un settore agricolo forte;
3. sottolinea la necessità di definire una politica agricola regionale secondo la tabella di marcia euro-mediterranea per l'agricoltura, che tuteli la produzione alimentare locale e la sicurezza alimentare, promuova la produzione, distribuzione e diversificazione dei prodotti tipici mediterranei, lo sviluppo delle piccole e medie imprese e sia compatibile con lo sviluppo sostenibile; chiede alla Commissione, alla luce dell'insicurezza alimentare crescente in numerosi paesi partner mediterranei, di accettare le richieste dei partner riguardanti l'estensione delle salvaguardie nonché le procedure accelerate per la loro applicazione in periodi di crisi alimentare;
4. ribadisce il suo sostegno alla dimensione ambientale dell'UpM a partire dall’adozione da parte dei Governi dell’UpM del “protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo” adottato recentemente dal Consiglio dell’Unione Europea;
5. ricorda il grande potenziale delle fonti di energia rinnovabile nella regione euro-mediterranea, in particolare eolica e solare; sostiene una realizzazione rapida e coordinata del piano solare mediterraneo, nonché l'adozione di una strategia euro-mediterranea per l'efficienza energetica; auspica che i progetti corrispondano prioritariamente alle esigenze dei paesi fornitori e sottolinea a tal fine le ricadute in materia di sviluppo economico per i paesi partner del rafforzamento, in particolare sulla sponda Sud, delle infrastrutture di rete, della progressiva attuazione di un mercato regionale interdipendente e della creazione di un nuovo settore industriale connesso, ad esempio, alla fabbricazione di componenti per l'energia solare;
6. sottolinea che gli obiettivi climatici 20-20-20 avranno un notevole impatto sulla domanda di gas e ritiene pertanto che la creazione di un piano d'azione concernente il gas naturale liquefatto per i paesi membri dell'UpM possa migliorare la diversificazione e la sicurezza degli approvvigionamenti, soprattutto per i paesi che dipendono da fornitori unici;
7. chiede che nuovi progetti volti a favorire gli scambi culturali e la reciproca cooperazione tra le società vengano rapidamente iscritti all'ordine del giorno dell'UpM, soprattutto attraverso l'adozione di una strategia euro-mediterranea in materia culturale e lo sviluppo del dialogo interculturale e interreligioso;
8. plaude alla scelta della candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019 di Venezia che come Marsiglia non potrà che rafforzare la dimensione EuroMediterranea della cultura europea,
9. insiste affinché la società civile, le parti sociali e le numerose organizzazioni professionali e socioprofessionali sviluppatesi nell'ambito del partenariato euro-mediterraneo vengano regolarmente consultate e associate alle attività e ai progetti dell'UpM; e incoraggia la proposta del network internazionale FISPMED ONLUS di dotare il segeretariato generale dell’Unione per il Mediterraneo di un Ufficio dedicato al coinvolgimento e alla condivisione delle strategie di lavoro dell’UpM per ambiente e sviluppo sostenibile:
i. Al fine di garantire l’adeguata partecipazione dei vari portatori di interesse, e segnatamente:
§ delle collettività territoriali e degli enti pubblici interessati,
§ degli operatori economici,
§ delle organizzazioni non governative,
§ degli attori sociali, e dei cittadini interessati,
seguendo l’esperienza avviata dal Consiglio dei Paesi del Mar Baltico - Network Baltic 21
10. incarica la Presidenza di trasmettere la presente raccomandazione al presidente del Consiglio dell'Unione europea, al presidente della Commissione europea, alla vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'Unione europea, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alla copresidenza e al segretario generale dell'UpM, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati partner.

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