martedì 17 novembre 2009
Ecco la nuova piramide alimentare: mangiare meglio nel rispetto delle tradizioni
Quella standard con le figurine dei cibi la conosciamo bene, anche se di tanto in tanto è stata modificata per diventare, ad esempio, più «regionale» e includere alimenti tipici di alcune zone d'Italia. Oggi ne viene proposta una tutta diversa, senza disegni, ma con indicazioni assai pratiche. «La nuova piramide alimentare si basa sui principi fondamentali della dieta mediterranea ma non indica i consumi, bensì educa a comporre i pasti nel modo giusto», così la definisce Carlo Cannella, presidente dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.
PIRAMIDE – La nuova piramide è stata presentata di recente a Parma a conclusione della III Conferenza Internazionale del Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sulle Culture Alimentari Mediterranee (CIISCAM) e rivolta a tutta la popolazione adulta, dai 18 ai 65 anni. Alla base, a sorpresa, non ci sono figurine di cereali, insalata o frutta ma poche parolette, insolite se si hanno in mente le piramidi alimentari classiche: attività fisica, convivialità, stagionalità, prodotti locali. «Queste parole, che esortano a uno stile di vita salutare oltre che a un'alimentazione sana, indicano che lo scopo della nostra piramide è soprattutto educativo: vogliamo far capire agli italiani che devono muoversi, vivere con piacere il cibo, scegliere alimenti di stagione che provengono dalla zona dove si abita», spiega Cannella. Queste, insomma, sono le regole che dobbiamo tener presenti ancor prima di sederci a tavola. Poi, l'altro caposaldo alla base della piramide: «Bere acqua, tanta acqua. Evitando le bevande zuccherate», dice Cannella. Quindi si sale, passando ai cibi veri e propri: al primo livello ci sono cereali (preferibilmente integrali), frutta e verdura che devono entrare a far parte di tutti i pasti della settimana. Questi possiamo, anzi dobbiamo consumarli ogni volta che ci sediamo a tavola; salendo ancora, si trovano gli alimenti che vanno introdotti ogni giorno ma non necessariamente in tutti i pasti, ovvero il latte e i latticini, l'olio d'oliva, la frutta a guscio e le spezie per insaporire i cibi, utilissime per ridurre il sale.
IN CIMA – Salendo ancora, ecco i cibi che si devono introdurre durante l'arco della settimana, variando di volta in volta la composizione dei pasti: due-quattro porzioni di uova, due o più porzioni di pesce e legumi, una o due porzioni di pollame. Ancora più su, proprio in cima alla piramide, gli alimenti con cui è bene non esagerare: una porzione di salumi, due porzioni (o meno) di carne rossa e di dolci. «Sommando assieme tutte le porzioni indicate nella piramide si arriva al totale dei 14 pasti settimanali – spiega Cannella –. Questo strumento, perciò, è utile e innovativo perché non dà soltanto indicazioni “astratte” sulla qualità dei cibi da introdurre nella dieta. È infatti la prima volta che la piramide viene strutturata con gli alimenti che compongono un pasto principale alla base e, via via a salire, gli altri cibi necessari a completarlo distribuiti a seconda che la frequenza di consumo consigliata sia giornaliera o settimanale».
TRADIZIONE E MODERNITÀ – La piramide cita alimenti come il couscous, che non sono tipici della tradizione italiana (almeno, non al di fuori della Sicilia), e l'invito a bere vino con moderazione nel rispetto delle tradizioni sociali e religiose. C'è quindi un'attenzione precisa a includere le novità che necessariamente derivano dal melting pot che si sta creando anche nel nostro Paese: «La dieta mediterranea proposta con questa nuova piramide è rivisitata all'insegna della modernità e del benessere, senza però trascurare le tradizioni culturali, religiose e le diverse identità nazionali – osserva il nutrizionista –. Nelle nostre intenzioni questa è una sorta di “macro-struttura” che può adattarsi alle esigenze attuali di tutte le popolazioni mediterranee, nel rispetto delle varianti locali diverse da Paese a Paese e spesso da regione a regione». Non manca l'accenno polemico: «La piramide, in cui non c'è neppure una figura, è anche una risposta a quanti, negli Stati Uniti, cercano di appropriarsi della dieta mediterranea in vario modo. La Oldways Foundation, ad esempio, ha creato il marchio “cibo mediterraneo” e lo appioppa a qualsiasi cosa, perfino agli avocado che di certo non sono un nostro alimento tipico. Quello però è marketing, noi vogliamo solo educare la gente a capire che cosa deve mettere assieme, ogni giorno, per costruire una dieta bilanciata e sana», conclude Cannella.
Elena Meli
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