venerdì 30 ottobre 2009
CINEMA: IL CORAGGIO DELLA DIVERSITA' AL MEDFILM FESTIVAL
- ROMA - E' il coraggio dei giovani registi, viaggiatori autentici che attraversano la diversita' vissuta come un valore, il filo conduttore della 15/a edizione del Medfilm Festival, a Roma dal 7 al 15 novembre. E fra questi vi e' anche l'autore del Brokeback Mountain israeliano, ''Eyes Wide Open'', girato da Haim Tabakman in semi clandestinita' nel quartiere ortodosso di Gerusalemme Mea Shearim, fra le anteprime della rassegna che quest'anno avra' fra i temi anche l'omofobia. Ma altri focus tematici sono anche il viaggio come ricerca del passato e della propria identita' e la forza delle donne. Fedele al suo obiettivo di promuovere il dialogo tra le due sponde del Mediterraneo attraverso il cinema, valorizzando la diversita' culturale come fonte di creativita' e di innovazione, quest'edizione del Medfilm vede come opiti d'onore il Marocco e la Francia, con le vetrine 'L'elogio dell'erranza' e 'Le regard des autres'. E sara' lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun a ricevere il premio Koine' mentre quello alla carriera va alla regista Claire Denis e quello ai nuovi talenti alla attrice marocchina Sanaa Aaloui e all'artista Francesco Cuomo. Il festival - che si snodera' tra l'Auditorium Conciliazione, Palazzo delle Esposizioni, Nuovo Cinema Aquila e Villa Medici - proporra' 132 film tra lungometraggi, corti e documentari, provenienti da 36 Paesi, con 24 anteprime nazionali. ''Dopo Roma saremo ad Istanbul dal 4 al 10 dicembre per la seconda edizione del Festival del Cinema Italiano - ha detto Ginella Vocca, presidente del MedFilm -. Inoltre l'anno prossimo probabilmente il MedFilm fara' parte dei festeggiamenti ufficiali per Istanbul capitale europea della cultura 2010'' Ad aprire la rassegna sara' ''Le Grand Voyage'' del marocchino Ismael Ferroukhi, Leone del futuro a Venezia nel 2004, intenso racconto del viaggio verso la Mecca - in macchina attraverso l'Europa, i Balcani, la Turchia e la Siria - di un anziano immigrato in Francia e del suo difficile confronto con il figlio. Un tema, quello della immigrazione e delle radici, naturalmente presente anche in altri titoli della rassegna. Tra i film in cartellone ci sono ''London River'' di Rachid Bouchareb sugli attentati di Londra nel 2005, ''Good Morning Aman'' di Claudio Noce con Valerio Mastandrea, e nel filo rosso di personaggi femminili forti, ''La journee de la jupe'' con una straordinaria Isabelle Adjani e ''Amours Voiles'' del marocchino Aziz Salmy. Ma in concorso ci sono anche ''Melodrama Habibi'' del libanese Hany Tamba, storia tenera e ironica di un cantante finito nel dimenticatoio, ''Wrong Rosary'' del turco Mahmut Fazil Coskun, su un muezzin che si innamora di un un'infermiera cattolica, ''Andres'' dello spagnolo Roberto Caston, ambientato tra i contadini baschi, e ''Athanasia'' del greco Panov Karkanevatos. Uno spazio particolare e' dedicato agli autori dei Balcani che, reduci dalla guerra, elaborano il loro passato. Fra le novita' l'alleanza con la Fondazione Roberto Rossellini per rilanciare il cinema italiano nel Mediterraneo e una collaborazione con il Parlamento europeo e il Premio Lux. Il festival (sostenuto, fra gli altri, dalla Commissione Europea, il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, quello per lo Sviluppo Economico, degli Affari Esteri, e della Giustizia, Regione Lazio e Comune di Roma) e' rappresentato quest'anno dall'immagine creata dal pittore Francesco Cuomo: ''E' una scimmia, metafora della liberta' dell'essere umano, attraverso la fusione di un'infinita' di razze e colori''. (ANSAmed.)
giovedì 29 ottobre 2009
MAROCCO: MUSICA EBREO-MAROCCHINA A FESTIVAL DELLE ANDALUSIE
(ANSAmed) - RABAT, 29 OTT - Sarà la musica ebreo-marocchina
la protagonista del 6° festival delle 'Andalusie atlantiche di
Essaouira' che si terrà da oggi e fino al 1 novembre.
"Queste saranno giornate contro l'amnesia e le derive del
pensiero unico - ha dichiarato André Azoulay, ebreo marocchino,
consigliere di re Hassan e ora del sovrano Mohammed VI -
canteranno e danzeranno insieme i nostri poeti, i nostri
musicisti e i nostri cantanti musulmani ed ebrei".
Il repertorio ebreo-marocchino 'Matrouz', una fusione
musicale e linguistica nata in Marocco secoli fa vedrà in scena
il rabbino-cantante Haim Louk accompagnato dall'orchestra
marocchina Zyriab d'Oujda, il pianista franco-algerino Maurice
El Medioni e la cantante Raymonde El Badaouia, entrambi di
confessione ebraica. Vi sarà un omaggio postumo a Zohria
Fassia, celebre cantante degli anni '50 che ha sempre sostenuto
la coabitazione pacifica tra ebrei e musulmani in Marocco.
''L'arte ebreo-marocchina è una componente importante
dell'identità e della cultura marocchina - ha aggiunto Azoulay
originario di Essaouira - e questa è una risposta ai politici,
un esempio per andare gli uni verso gli altri".
Per secoli la comunità ebraica del Marocco è stata la più
numerosa del Medio Oriente e del Nordafrica. Secondo stime
ufficiali nel 1948, anno della creazione dello stato d'Israele,
la comunità era composta di 265.000 persone molte delle quali
discendenti delle famiglie ebree cacciate dalla Spagna dalla
Regina Isabella nel 1492. Tra il 1948 e il 1967, anno della
guerra dei sei giorni, la gran parte degli ebrei marocchini si
é trasferita in Israele. In Marocco attualmente ne restano solo
poche migliaia. (ANSAmed).
GIORDANIA: UN SITO WEB PER SOSTENERE LE DONNE IN POLITICA
(ANSAmed) - AMMAN, 28 OTT - Aiutare le donne che vogliono
entrare in politica a fare carriera e ad affrontare la campagna
elettorale. E' lo scopo di un sito internet in lingua araba
lanciato in Giordania, www.iknowpolitics.org. Lo ha reso noto
l'agenzia Petra, citando un comunicato stampa.
Il sito - rende noto l'agenzia Petra citando un comunicato -
é stato promosso dall'International Knowledge Network of Women
in Politics (iknow Politics), e si avvale di 70 esperti da 30
Paesi che rispondono alle domande di donne che fanno politica o
che vogliono entrarvi, ma anche a quelle degli elettori.
"La Giordania - ha detto la principessa Basma, direttrice
del Comitato femminile nazionale giordano - riconosce che è
necessario incoraggiare i cittadini a scegliere i propri
rappresentanti basandosi sul merito e non su altre
considerazioni, e sta promuovendo l'idea che il giusto
rappresentante in democrazia potrebbe anche essere una donna".
La principessa ha sostenuto che la scarsa partecipazione
delle donne alla vita pubblica del Paese è da imputare
principalmente alla povertà e alla scarsa accessibilità alla
tecnologia dell'informazione, e ha invitato le donne in politica
a "fare la loro parte" per cambiare la società e superare la
"diffidenza" verso la parità dei sessi.
La situazione dei diritti delle donne è migliorata in
Giordania negli ultimi decenni anche grazie agli interventi di
esponenti della famiglia reale, come la regina Rania e la
principessa Basma. Grazie alle 'quote rosa' introdotte dal
governo qualche anno fa, nel parlamento nazionale sono presenti
anche sei donne. (ANSAmed).
mercoledì 28 ottobre 2009
COMUNICATO STAMPA Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Il 16 ottobre di ogni anno si celebra in oltre 150 Paesi la Giornata mondiale dell'alimentazione, in ricordo della fondazione della Fao avvenuta nel 1945, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della fame e della malnutrizione nel mondo.
‘Conseguire la sicurezza alimentare in tempo di crisi’ è il tema scelto per l’edizione 2009, un argomento che intende evidenziare come la contingenza economico-finanziaria mondiale aggravi il fenomeno della fame nel mondo, sottolineando l’importanza del coinvolgimento e della cooperazione dell’intera comunità internazionale.
Anche la FISPMED ONLUS ha deciso di coinvolgere e sensibilizzare i suoi 225 partner provenienti da 39 Paesi del Mediterraneo Mar Nero in rappresentanza di oltre 2,8 milioni di soci, ponendo l’attenzione in particolare sul valore e sull’importanza che, in questo contesto, il paesaggio ed il patrimonio culturale di tale bacino assumono. Inserito nelle tipologie riconosciute dall’UNESCO come patrimonio unico ed irripetibile di eccellenza nelle sue diverse forme espressive quale testimonianza stratificatasi nel tempo, esso costituisce un forte baluardo a difesa della sicurezza alimentare, tematica con la quale le odierne politiche economiche e culturali devono necessariamente confrontarsi a livello globale e locale per fronteggiare la crisi che investe tutto il mondo.
L’alimentazione infatti rappresenta un terreno d’incontro, di dialogo, di scambio e di sviluppo, determinante per l’importanza culturale ed economica che riveste in ogni singola regione del mondo. Nel percorso storico dell’alimentazione mondiale, il ritorno agli apprezzamenti antichi occupa nuovi spazi, in special modo nelle aree geografiche con più alti contenuti storico-culturali-tradizionali. Secondo le stime della Fao, la produzione agricola dovrebbe raddoppiare per sfamare i 6 Mld di cittadini del mondo, che saliranno a 9 miliardi entro il 2050. Questo dato impone di sviluppare una nuova cultura del cibo, fondata sulla salubrità e la qualità. Garantire la sicurezza alimentare a tutte le popolazioni, infatti, non significa solo fare in modo che vi siano sufficienti approvvigionamenti per tutti, ma anche che il cibo di cui ci nutriamo abbia adeguate proprietà nutrizionali.
In questo contesto, il modello di alimentazione della dieta mediterranea diviene un punto di riferimento importante perché nasce da una tradizione secolare, propria dei Paesi Mediterranei, i quali hanno clima, ambiente geografico e geologico, usi e costumi molto simili. Tale modello, quale parte dell’identità storica e culturale del Mediterraneo e del Mar Nero, non è solo un modo di nutrirsi, ma è espressione di un intero sistema culturale improntato, oltre che alla salubrità, alla qualità degli alimenti e alla loro distintività territoriale, ad una tradizione millenaria che si tramanda di generazione in generazione.
La FISPMED ONLUS sarà quindi impegnata anche nel 2010 con alcune iniziative basate sulla valorizzazione dell’ alimentazione del Mediterraneo/Mar Nero messa a confronto con i valori e i temi legati alla “dieta padana”.
Riproporremo la competizione culinaria: “Riscopriamo le ricette tradizionali della dieta mediterranea e dell’alimentazione del Mar Nero”, svoltasi quest’anno tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Verrà promosso un percorso eno-gastronomico itinerante con la collaborazione dei migliori ristoranti della nostra regione, per approfondire i temi dell’ arricchimento che le varie culture culinarie dell’area Mediterraneo/Mar Nero possono apportare nella realizzazione sinergica di pietanze nuove con ingredienti delle varie tradizioni popolari che integrino le nostre locali. Realizzeremo alcuni incontri presso le più importanti sedi universitarie del Veneto, con l’intento di esaminare l’aspetto scientifico della dieta mediterranea e dell’alimentazione del Mar Nero, sulla base quindi dell’apporto dei nutrienti essenziali ad un sano sviluppo fisico, per la creazione di modelli che possano garantire la sicurezza alimentare a tutte le popolazioni dell’area, con particolare attenzione a quelle meno “fortunate” in termini di disponibilità di risorse.
martedì 27 ottobre 2009
Report: Chagall e il Mediterraneo
Questo weekend sono stato alla mostra Chagall e il Mediterraneo a Palazzo Blu di Pisa e sono rimasto piacevolmente colpito dall’allestimento. La location è proprio in pieno del centro storico della città toscana, sulle sponde dell’Arno. Il palazzo è stato restaurato con criterio e presenta ambienti ariosi e luminosi. Il percorso espositivo è lungo e ben attrezzato dal punto di vista informativo. Ci sono opere di Chagall che non si sono viste molto in giro, se non altro perché facenti perlopiù parte di collezioni private.
Una frase scritta a caratteri cubitali accoglie lo spettatore poco dopo l’ingresso, è la citazione di un intervento critico di Lionello Venturi: “Chagall ha dato uno dei maggiori contributi alla realizzazione della libertà nell’arte”. La stessa libertà che trafigge il pittore russo a partire dal 1926, ai tempi della sua prima discesa nel Mediterraneo. Nizza e la Costa Azzurra, poi il soggiorno a Peira-Cava, sulle Alpi Marittime. Lentamente Chagall scopre l’autonomia a livello compositivo del colore e della luce e deicide di servirsene per dipingere.
Ne escono piccoli gioielli esposti in questa prima sezione della mostra. Litografie su carta finemente realizzate e poi disegni a pastello o acquarelli. Sono scorci delle città costiere francesi, ma soprattutto accenni a quella poetica che verrà. Donna con bouquet, Fidanzati nel cielo di Nizza, La coppia e il pesce. Quadri che sono poesie che parlano di solitudine, bellezza, colori del pubblico e del privato. A vederli da vicino viene da pensare che forse ogni amore ha un animale che lo protegge e in due si vola davvero sui cieli di Nizza.
lunedì 26 ottobre 2009
Riflessioni mediterranee
Il 19 e il 20 Ottobre nella mia città, Reggio Calabria, si è svolto un patinato meeting che ha riunito le rappresentanze di ben trentadue fra le maggiori città, italiane e non, che si affacciano sul Mar Mediterraneo, da Tel Aviv a Barcellona, da Rabat a Nizza.
L’evento si è tenuto in vista dell’istituzione, nel 2010, della futura area di libero scambio fra i paesi mediterranei che vi aderiranno, in maniera tale, perlomeno nelle intenzioni, di favorire lo sviluppo di quest’area e raccogliere le nuove sfide economiche del XXI secolo, tanto per utilizzare un po’ di frasi fatte, che comunque fanno sempre tendenza, in Italia soprattutto.
Ammetto di intendermene troppo poco di economia per riuscire a comprendere in che misura davvero questa idea riuscirà a giocare un ruolo nell’eventuale crescita dell’area mediterranea e di sicuro non è mia competenza discuterne.
L’ambito, invece, che a me viene in mente quando sento la parola “Mediterraneo” è tutt’altro che economico e, anche, tutt’altro che meramente geografico ed è quindi da questa considerazione che la mia personalissima riflessione parte.
Molte parole, in questi giorni, si sono spese in merito alla rilevanza di questo incontro, in cui, fra l’altro, si è ampiamente parlato del Ponte sullo Stretto, presentandolo come un “capolavoro” (ma, mi e vi chiedo, si sarebbe forse potuto dire il contrario?), per cui ho visto la mia città ricordarsi improvvisamente di essere “crocevia del Mediterraneo” e come tale celebrata e decantata. Lungi da me sottovalutare un evento capace di riunire così tanti luoghi così tanto diversi l’uno dall’altro in un unico posto, ma, la mia solita paura, è che tutto questo rimanga pura retorica.
Pensare di potersi proporre come città “crocevia del Mediterraneo” solamente per una mera coincidenza geografica o perché si hanno determinati trascorsi storici, di cui però non ci si serve praticamente mai, mi fa più che altro ricordare che noi piccoli italiani siamo duri a toglierci il vizio dei discorsi altisonanti e ridondanti, illudendoci di coprire così le nostre magagne e la nostra pateticità.
Il fatto è che spesso confondiamo l’atto del coprire con quello del cancellare, poiché un cadavere in putrefazione si può anche seppellire sotto metri di terra, ciò non toglie che esso rimane lì, non sparisce per niente.
In tal caso parlare di Mediterraneo, significa tirare in ballo una realtà storico-culturale complessissima: definirlo un mare o una zona geografica è solamente scalfire la parte più immediatamente superficiale della questione. Più che come una comunissima distesa di acqua salata, bisognerebbe fare uno sforzo di fantasia e osservarlo immaginandosi al posto del suo azzurro liquido, una rete, una enorme rete composta da un intrico quasi magmatico di fili, ognuno di un differente colore, qualcuno percorre la rete più in profondità, qualcuno la percorre più in superficie, qualcuno dei fili è più spesso, qualcuno talmente sottile da sparire quasi. Ognuno di essi è il singolo apporto di una determinata cultura, di un determinato momento storico che, assieme, hanno concesso al Mediterraneo di essere non solo passivo scenario, ma attore principale di una storia millenaria e fertilissima di avvenimenti, idee, scambi, compenetrazioni fra linguaggi, stirpi, mentalità, saperi differenti.
E’ quindi un’entità del tutto singolare, plasmata dalla gente che ne abitò le rive ed a sua volta agente di trasformazione di quegli stessi popoli, grazie alle più disparate influenze che riusciva a trasportare da e per ogni luogo che con esso possedesse un contatto.
Tale situazione assolutamente fuori dal comune per ricchezza di scambi e contatti permise la nascita di quelle civiltà che, ancora oggi, costituiscono le più profonde radici di quello che comunemente chiamiamo “mondo occidentale”. Ecco allora che i greci inventano la filosofia, la politica, l’ideale moderno di libertà, che Roma, oltre ad essere culla del diritto e di una saldissima concezione dello Stato, fa diffondere e radicare il patrimonio ellenico. E ancora prima sulle imbarcazioni degli esperti marinai fenici aveva viaggiato, oltre alle merci, l’alfabeto; dalle sponde dell’Egitto erano arrivati gli antichi saperi dei sacerdoti ed i segreti della scultura e dopo la caduta dell’impero latino i grandi filosofi e le loro opere che nel Mediterraneo avevano visto la luce, alla luce furono riportati dal Mediterraneo grazie all’interesse degli intellettuali arabi, in un mondo medievale piombato in un’epoca di crisi e caos.
Mi piacerebbe quindi che, quando si ricorda alla mia città il fatto di essere “città mediterranea”, questo entrasse nelle coscienze di noi reggini e più in generale di noi europei, che dalla cultura mediterranea traiamo l’impalcatura di ciò che siamo come comunità, lo si facesse in una maniera meno banale di quanto in apparenza possa sembrare.
Essere “mediterranei” significa fare onore a una tradizione frutto della fusione di innumerevoli culture, tutte incredibilmente ricche, tradizione, proprio essa, che ci ha insegnato, con il mondo delle poleis greche, a perseguire la libertà, senza mai essere omertosi e sottostare agli abusi di potere del “più forte”; ci ha insegnato, con la filosofia, il valore della ragione e della riflessione critica che scardina i dogmi; ci ha insegnato la bellezza e l’armonia dell’arte e della letteratura.
Al momento attuale noi non possiamo che ritenerci epigoni non molto riusciti di questa, vera civiltà mediterranea, se non riusciamo ad alzare la testa nei confronti delle mafie, se abbandoniamo lo Stato ai capricci di chi pensa di dirigerlo per privati fini, se preferiamo crogiolarci nell’ignoranza piuttosto che essere validi ed orgogliosi custodi delle opere che gli artisti e gli uomini di cultura di un tempo hanno prodotto al fine di comprendere sempre meglio il mondo che ci circonda e di dare vita ad ideali al cui centro ci fosse l’uomo, nella sua dimensione più nobile e virtuosa.
Solo la consapevolezza profonda di questo nostro humus e il coraggio di non farlo semplicemente rimanere passato, ma di tenerlo presente ogni giorno nelle nostre azioni, nella nostra mentalità e nella nostra voglia di non piegarci più a tutto ciò che limita, prima ancora che la nostra libertà, la nostra dignità, può costituire davvero, secondo me, un’ “anima mediterranea”, una “vocazione mediterranea”.
Il Mediterraneo per primo nella storia, è stato formidabile veicolo di questi pensieri nati proprio presso le sue rive e noi, che quelle stesse rive abitiamo più di due millenni dopo, non possiamo concepire di proporci come “civiltà mediterranea” se ne dimentichiamo il principale fulcro: le sue vicende storiche. Prima ancora di pensare a qualsivoglia progetto politico o economico, di cui comunque, ribadisco, non intendo negare la validità, bisognerebbe, però, fermarsi sulle sue sponde, a riflettere, a imparare tutto ciò di cui la sua distesa è stata impregnata e che essa, oggi, ci offre ogni volta che un’onda si infrange sulle nostre spiagge, portando con sé secoli di storia umana.
Ottobre 26, 2009 di Bianca Misitano
venerdì 23 ottobre 2009
Convegno conclusivo del progetto "Approdi. Percorsi generazionali a confronto"
Imparare a comunicare insieme a compagni di diverse origini scrivendo e disegnando un fumetto o preparando un "post" con testi e foto per un blog di informazione.
Questo è quanto hanno realizzato i ragazzi che hanno partecipato al progetto "Approdi. Percorsi generazionali a confronto", un esperimento di didattica laboratoriale, basato sull'unione dei principi di media education e intercultura.
Il convegno è stato pensato proprio per consentire a questi ragazzi di presentare la loro esperienza e i loro lavori, a conclusione del progetto che li ha visti come protagonisti.
Volto a favorire l'integrazione dei giovani di seconda generazione, "Approdi. Percorsi generazionali a confronto" ha unito insegnanti e studenti di cinque scuole e due associazioni di giovani di origine immigrata nell'intento di raccontare attraverso storie a fumetti la loro concezione della società multiculturale.
I temi (spostamento e migrazione, la condizione dei rifugiati, il pregiudizio) sono stati trattati escogitando fantasiose situazioni narrative in cui spesso si può riconoscere il punto di vista dell'adolescenza.
Il progetto è stato possibile grazie al finanziamento della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo e grazie alla collaborazione della Città di Torino e dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Vercelli.
Mercoledì 28 ottobre i ragazzi daranno inoltre ancora prova della loro capacità di comunicare documentando in tempo reale l'incontro e realizzando brevi commenti e foto da pubblicare sul blog di africa e mediterraneo (ww.africaemediterraneo.it/blog).
Mercoledì 28 Ottobre 2009
h 09.15 - 12.00
Centro Multifunzionale,
Corso Francia, 285
Torino
Africa e Mediterraneo - Tel. +39 051 840166
www.africaemediterraneo.it
www.salainsegnanti.it
Le tecnologie e le conoscenze per un mondo 100% rinnovabile esistono già
La maggior parte della tecnologia necessaria a spostare il mondo dai combustibili fossili all’energia pulita e rinnovabile esiste già. L’attuazione di tale tecnologia richiede il superamento di ostacoli nella pianificazione e nella politica, ma così facendo potrebbe tradursi in una diminuzione del 30% della domanda mondiale di elettricità. Di questo ne sono convinti il docente di ingegneria di Stanford Mark Z. Jacobson ed il ricercatore della University of California-Davis Marco Delucchi.
Per chiarire la portata di tali ostacoli, e come potrebbero essere superati, hanno scritto un articolo su Scientific American. In esso si presenta una nuova ricerca per tracciare e valutare un piano quantitativo per alimentare il mondo intero con vento, acqua ed energia solare, compresa una valutazione dei materiali e costi. Alla fine, dicono, saranno più convenienti dei combustibili fossili o nucleari.
La chiave è eliminare la combustione come un modo per produrre energia per i veicoli, nonché per l’utilizzo di energia elettrica normale. Il problema risiede nell’uso di combustibili fossili e nella combustione della biomassa, che sono notoriamente inefficienti nella produzione di energia utilizzabile. Ad esempio, quando la benzina è utilizzata per alimentare un veicolo, almeno l’80% dell’energia prodotta viene dispersa come calore.
Con i veicoli che funzionano con l’elettricità, è il contrario. Circa l’80% dell’energia fornita al veicolo viene convertita in movimento, con solo il 20% disperso sotto forma di calore. Altri dispositivi di combustione possono analogamente essere sostituiti con l’elettricità o con l’idrogeno prodotto dall’energia elettrica.
Jacobson e Delucchi utilizzano i dati del US Energy Information Administration, indicando che, se il mondo manterrà gli attuali mix di fonti di energia, la domanda globale di elettricità nel 2030, diventerebbe 16,9 terawatt, o 16,9 milioni di megawatt. Hanno quindi calcolato che, se si abbandonassero i combustibili fossili o la biomassa, la domanda scenderebbe a solo 11,5 terawatt.
L’idea errata è che i calcoli oggi vengono effettuati in termini di guadagno. E’ ovvio che le onde del mare o il sole non possono far guadagnare come il petrolio, ma se ragionassimo in termini di risparmio, anziché di guadagno, a quel punto sì che converrebbero queste tecnologie.
Se si farà questa transizione verso le energie rinnovabili, si elimina la necessità di 13.000 impianti a carbone nuovi o esistenti
ha spiegato Jacobson. I due ricercatori hanno scelto di utilizzare il vento, l’acqua e le opzioni di energia solare sulla base di una valutazione quantitativa fatta l’anno scorso su circa una dozzina di diverse opzioni energetiche alternative. Hanno paragonato il loro potenziale per la produzione di energia, come sicura fonte di energia di ogni Stato, e il loro impatto sulla salute umana e l’ambiente.
Hanno poi stabilito che le migliori fonti di energia globale sono state queste, ed i risultati sono stati pubblicati in Energy and Environmental Science. Se il vento fosse l’unico metodo utilizzato per generare energia, il potenziale per la produzione di energia eolica sarebbe da 5 a 15 volte maggiore di quello che è necessario per alimentare il mondo intero. Per l’energia solare, il calcolo paragonabile scoperto dice che il solare potrebbe produrre circa 30 volte l’importo necessario.
Un totale di circa l’1,3% della superficie terrestre sarebbe sufficiente a costruire impianti per la generazione di energia pulita sufficiente ai fabbisogni moderni di tutto il mondo. Basterebbe cioè che i tetti delle case fossero coperti di pannelli solari e che nei grandi spazi verdi e deserti ci fossero turbine eoliche.
Lo studio fornisce ulteriori esempi di come una combinazione di fonti di energia rinnovabile potrebbe essere utilizzata per soddisfare il fabbisogno energetico in un’ora di punta, affrontando le questioni più frequenti, data la variabilità intrinseca della velocità del vento e del sole. Lo studio ha risposto che ciò è possibile. La soluzione sarebbe ampliare la rete di trasmissione. Nuove linee di trasmissione dovrebbero essere previste per produrre energia nei nuovi parchi eolici, comprese le centrali elettriche solari.
I ricercatori hanno inoltre stabilito che la disponibilità di alcuni materiali che sono necessari per alcune delle attuali tecnologie, come il litio per le batterie litio-ioni, o il platino per celle a combustibile, non sono ostacoli alla costruzione di una grandi infrastrutture rinnovabili. Ma sono necessari ulteriori sforzi per garantire che tali materiali vengano riciclati e potenziali materiali alternativi possano essere scoperti.
Infine, essi concludono che forse la barriera più significativa per l’attuazione del loro piano è l’industria concorrente dell’energia che attualmente domina le pressioni politiche per le risorse finanziarie disponibili. Ma queste emettono carbonio significativamente di più del vento, acqua e altre risorse rinnovabili, e dunque non hanno ancora molta strada davanti a sè.
giovedì 22 ottobre 2009
ONU DAY: A TRIPOLI CONCERTO, SPORT E EVENTI CULTURALI
(ANSAmed) - TRIPOLI, 22 OTT - Un grande concerto, una partita
di calcio, un open day, una festa, la presentazione del Rapporto
2009 sullo Sviluppo Umano "Superare gli ostacoli: la mobilità
umana e lo sviluppo". Con questi eventi le Nazioni Unite in
Libia festeggeranno, a Tripoli, la annuale Giornata dell'Onu.
"Prendi la decisione giusta", questo il tema del concerto,
organizzato per domani dall'Oim e dall'organizzazione dei Paesi
del Cen-Sad (Sahelo-sahariani), dei gruppi Amandzeba, ghanesi, e
Sogha Agadez, nigerini.
Il concerto ha lo scopo di sensibilizzare gli immigrati
africani e asiatici presenti in Libia sui pericoli
dell'immigrazione irregolare. E' dal 1950 che in Libia è
presente una missione delle Nazioni Unite e ad oggi sono 9 le
agenzie operative nel Paese: l'Undp (United Nations Development
Program), la Fao (Food and Agricultural Organisation), la Who
(World Health Organisation), il World Food Program, l'Unhcr ,
l'Un-Habitat, l'Unodc, l'Unic e l'Oim. (ANSAmed).
AGRICOLTURA: PAESI MEDITERRANEO PROTAGONISTI A FIERA BERLINO
(ANSAmed) - ROMA, 22 OTT - Saranno circa 2.300 gli espositori
provenienti da 80 Paesi che parteciperanno alla diciottesima
edizione di 'Fruit Logistica', la fiera della frutta che si
svolgerà a Berlino dal 3 al 5 febbraio del 2010 e che
quest'anno dedicherà ampio spazio ai Paesi del Mediterraneo. Lo
ha reso noto il sito internet di Green Med.
A 'Fruit Logistica' i Paesi più rappresentati sono quelli
europei, in particolare: Italia, Spagna, Germania, Francia e
Paesi Bassi. Due padiglioni saranno inoltre dedicati a Grecia,
Marocco e a molti altri Paesi dell'area mediterranea. (ANSAmed)
AMBIENTE: TUNISIA, VELIERO TARA LASCIA ACQUE TUNISINE
(ANSAmed) - TUNISI, 22 OTT - Il veliero francese Tara,
impegnato nella campagna 'Tara Oceans', ha lasciato le acque
tunisine dopo una settimana di permanenza. La missione del Tara,
nella quale sono impegnati anche ricercatori italiani, si
concluderà nel novembre 2012, dopo aver percorso circa 80.000
miglia raggiungendo dal Mediterraneo l'Oceano Artico, navigando
nel Mar Rosso, nell'Oceano indiano, nell'Atlantico e nel
Pacifico, con sessanta scali in cinquanta Paesi.
Principale scopo di questa missione scientifica è quello di
studiare il mondo del plancton, esseri viventi microscopici e
unicellulari, al fine di realizzare un'analisi completa del
rapporto tra questi ecosistemi marini e il riscaldamento
climatico. Va ricordato che gli oceani forniscono il cinquanta
per cento dell'ossigeno ed assorbono la stessa quantità di gas
carbonici. (ANSAmed)
impegnato nella campagna 'Tara Oceans', ha lasciato le acque
tunisine dopo una settimana di permanenza. La missione del Tara,
nella quale sono impegnati anche ricercatori italiani, si
concluderà nel novembre 2012, dopo aver percorso circa 80.000
miglia raggiungendo dal Mediterraneo l'Oceano Artico, navigando
nel Mar Rosso, nell'Oceano indiano, nell'Atlantico e nel
Pacifico, con sessanta scali in cinquanta Paesi.
Principale scopo di questa missione scientifica è quello di
studiare il mondo del plancton, esseri viventi microscopici e
unicellulari, al fine di realizzare un'analisi completa del
rapporto tra questi ecosistemi marini e il riscaldamento
climatico. Va ricordato che gli oceani forniscono il cinquanta
per cento dell'ossigeno ed assorbono la stessa quantità di gas
carbonici. (ANSAmed)
MAROCCO: AD AGADIR 1/A EDIZIONE 'AGRICONFERENCE' SU POMODORO
(ANSAmed) - ROMA, 22 OTT - Si svolgerà il 9 dicembre ad
Agadir, in Marocco, la prima edizione di Agriconference 2009.
All'evento, che avrà ad oggetto il pomodoro, parteciperanno
più di 500 tra produttori ed esportatori dell'ortaggio
ampiamente diffuso nell'area mediterranea, nonché agronomi,
fornitori e rappresentanti delle istituzioni.
Alla conferenza - rende noto il sito internet di Green Med -
si discuterà delle relazioni commerciali tra Marocco e Unione
europea e dell'andamento delle negoziazioni riguardanti
l'agricoltura, dell'utilizzo in Marocco di strumenti tecnologici
per migliorare la produzione agricola, e delle esportazioni
marocchine di pomodori. (ANSAmed).
Agadir, in Marocco, la prima edizione di Agriconference 2009.
All'evento, che avrà ad oggetto il pomodoro, parteciperanno
più di 500 tra produttori ed esportatori dell'ortaggio
ampiamente diffuso nell'area mediterranea, nonché agronomi,
fornitori e rappresentanti delle istituzioni.
Alla conferenza - rende noto il sito internet di Green Med -
si discuterà delle relazioni commerciali tra Marocco e Unione
europea e dell'andamento delle negoziazioni riguardanti
l'agricoltura, dell'utilizzo in Marocco di strumenti tecnologici
per migliorare la produzione agricola, e delle esportazioni
marocchine di pomodori. (ANSAmed).
MO: LA COALIZIONE DI MADRID A SOSTEGNO DIALOGO PER LA PACE
(ANSAmed) - MADRID, 21 OTT - Oltre un centinaio di
organizzazioni non governative palestinesi, israeliane ed
europee, riunite nella cosiddetta Coalizione di Madrid,
lavoreranno assieme per ampliare il consenso sociale a una
soluzione dialogata al conflitto in Medio Oriente, basata
sull'iniziativa di pace della Lega Araba.
Ne danno notizia ad ANSAmed fonti della Ong Assemblea di
cooperazione per la pace (Acpp). Creata nel dicembre del 2008
per iniziativa dell'Acpp e con l'appoggio del ministero spagnolo
degli Affari esteri e della Cooperazione, la Coalizione di
Madrid punta a potenziare la cooperazione fra le organizzazioni
coinvolte nella costruzione del processo di pace nella regione e
a generare un cambiamento nell'opinione pubblica, a partire dai
movimenti sociali e sindacali palestinesi, israeliani ed
europei, a favore del dialogo come unica soluzione possibile al
conflitto in Medio Oriente.
Le organizzazioni civili aderenti alla Coalizione di Madrid,
israeliane e palestinesi, si riuniranno per la prima volta
presso la sede della Fondazione Tres Culturas di Siviglia, da
domani al 24 ottobre, per redigere un piano d'azione, nel quadro
del nuovo sforzo internazionale per un accordo di pace nella
regione, che è anche uno degli obiettivi prioritari del
semestre spagnolo di presidenza della Ue, a partire dal gennaio
2010. (ANSAmed).
organizzazioni non governative palestinesi, israeliane ed
europee, riunite nella cosiddetta Coalizione di Madrid,
lavoreranno assieme per ampliare il consenso sociale a una
soluzione dialogata al conflitto in Medio Oriente, basata
sull'iniziativa di pace della Lega Araba.
Ne danno notizia ad ANSAmed fonti della Ong Assemblea di
cooperazione per la pace (Acpp). Creata nel dicembre del 2008
per iniziativa dell'Acpp e con l'appoggio del ministero spagnolo
degli Affari esteri e della Cooperazione, la Coalizione di
Madrid punta a potenziare la cooperazione fra le organizzazioni
coinvolte nella costruzione del processo di pace nella regione e
a generare un cambiamento nell'opinione pubblica, a partire dai
movimenti sociali e sindacali palestinesi, israeliani ed
europei, a favore del dialogo come unica soluzione possibile al
conflitto in Medio Oriente.
Le organizzazioni civili aderenti alla Coalizione di Madrid,
israeliane e palestinesi, si riuniranno per la prima volta
presso la sede della Fondazione Tres Culturas di Siviglia, da
domani al 24 ottobre, per redigere un piano d'azione, nel quadro
del nuovo sforzo internazionale per un accordo di pace nella
regione, che è anche uno degli obiettivi prioritari del
semestre spagnolo di presidenza della Ue, a partire dal gennaio
2010. (ANSAmed).
MO: LA COALIZIONE DI MADRID A SOSTEGNO DIALOGO PER LA PACE Co
(ANSAmed) - ROMA, 21 OTT - Realizzato nel XIII secolo, il
vecchio ponte Jasar Almajmàah fu una vittima illustre della
guerra dei sei giorni del giugno 1967. Collocato sulle rive del
fiume Giordano, il ponte potrà ora essere restaurato dagli
esperti italiani di patrimonio storico. L'annuncio è stato dato
oggi al Quirinale nel corso della presentazione della mostra
'Giordania: crocevia di popoli e di culture'.
"L'Italia è orgogliosa di contribuire alla salvaguardia
dell'immenso patrimonio archeologico e storico del Vicino
Oriente", si legge in una nota. E in questa ottica le autorità
italiane hanno accettato l'invito della autorità giordane e
israeliane a restaurare il vecchio ponte che aspira così a
divenire un nuovo simbolo di pace sul contrastato confine a
ridosso del Giordano.
Il progetto di restauro, così come i relativi tempi di
realizzazione, sono ancora in corso di definizione. (ANSAmed)
vecchio ponte Jasar Almajmàah fu una vittima illustre della
guerra dei sei giorni del giugno 1967. Collocato sulle rive del
fiume Giordano, il ponte potrà ora essere restaurato dagli
esperti italiani di patrimonio storico. L'annuncio è stato dato
oggi al Quirinale nel corso della presentazione della mostra
'Giordania: crocevia di popoli e di culture'.
"L'Italia è orgogliosa di contribuire alla salvaguardia
dell'immenso patrimonio archeologico e storico del Vicino
Oriente", si legge in una nota. E in questa ottica le autorità
italiane hanno accettato l'invito della autorità giordane e
israeliane a restaurare il vecchio ponte che aspira così a
divenire un nuovo simbolo di pace sul contrastato confine a
ridosso del Giordano.
Il progetto di restauro, così come i relativi tempi di
realizzazione, sono ancora in corso di definizione. (ANSAmed)
mercoledì 21 ottobre 2009
FORUM MEDITERRANEO: CITTA' SI CANDIDANO A PROTAGONISTE
(dell'inviato Diego Minuti) (ANSAmed) - REGGIO CALABRIA - Le citta' del Mediterraneo si considerano una ricchezza e su questo vogliono costruire, per l'area, un futuro che deve essere contraddistinto da pace, rispetto delle diversita' e solidarieta' e, quindi, da prosperita'. Un obiettivo ambizioso, e di questo le citta' del Mediterraneo, riunitesi a Reggio Calabria per il loro primo meeting ufficiale, sono coscienti. Ma intendono proporsi come soggetti attivi di un confronto che deve avere, come altri interlocutori, gli Stati, ma anche le realta' culturali che si muovono sul territorio, dalle universita' alle associazioni. Le citta', su questo progetto, hanno approvato una ''Dichiarazione'', i cui primi firmatari sono il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, e quello di Rabat, Fathallah Oualalou. Un documento complesso, che tocca i vari punti di una ''vertenza'' complessiva che le citta' intendono avviare con chi, sino ad oggi, ha poco creduto in loro come possibile cinghia di trasmissione tra chi - Stato - legifera e governa e chi - cittadini - di questa attivita' e' chiamato a prendere atto. La ''Dichiarazione'', innanzitutto, impegna i firmatari a promuovere il dialogo interculturale e la cooperazione, ma, poi, ed e' questa la prima proposta fattibile, vuole contribuire alla istituzione di un'area euro-mediterranea in cui ci siano ''pace, stabilita' e sviluppo, basata sul principio della coesione economica, sociale e territoriali, in sintonia con gli obiettivi dell'Unione per il Mediterraneo''. Ma e' realistico pensare ad un raccordo con l'UpM, che si muove con grande difficolta' frenata nei suoi programmi da difficili situazioni di fatto (come gli strascichi politici sulla guerra di Gaza, l'operazione 'Piombo fuso' e le accuse contenute nel rapporto Goldstone a Israele e Hamas)? Lo stesso sindaco Scopelliti ha voluto essere realistico e vedere nell'UpM un battistrada al quale essere accanto e non certo da tentare di emulare. Ma queste considerazioni, ha aggiunto,non fanno scemare la fiducia nella nostra iniziativa e la possibilita' che essa riesca laddove altri, magari mossi da obiettivi piu' elevati, non hanno ancora avuto successo. Uno dei punti sui quali le citta' del Mediterraneo intendono lavorare assieme e' quello dell'attenzione allo sviluppo urbano che, e' stato ripetuto, costituisce un grande problema, anzi ''una sfida strategica per l'intera regione'' perche' da esso discende la possibilita' di creare una vasta rete di collegamento per le citta'. ''Un approccio comune allo sviluppo urbano - hanno detto i rappresentanti delle citta' - potrebbe ripristinare il ruolo strategico e geopolitico del Mediterraneo e implicare vantaggi reciproci pere entrambe le sponde, in quanto favorirebbe lo sviluppo, l'occupazione e il commercio in tutta la regione''. Nella dichiarazione c'e' anche una parte ''politica'' quando si rivendica al Mediterraneo un ruolo attivo nel favorire al cooperazione regionale tra le due Sponde. Un ruolo che ieri e' stato sottolineato dal sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, che ha chiesto a tutti i partner (quelli presenti a Reggio Calabria e quelli che hanno ritenuto di non potere ancora partecipare a un evento come questo) di trovare un comune percorso, perche' solo cosi' questa area potra' diventare prospera, perche' in pace. Le citta', per dimostrare di avere fretta, torneranno a riunirsi a breve: il prossimo appuntamento e' a Lisbona, nel gennaio del 2010. (ANSAmed).
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